Il Piccolo Fratello di Charles de Foucauld compie 100 anni.
di Simone Baroncia

Ed a 50 anni dall’evento conciliare fratel Arturo Paoli, perché impossibilitato a parteciparvi nonostante la sua volontà, ha inviato un messaggio all'Assemblea convocata il 14 settembre scorso a Roma da alcune associazioni cattoliche per celebrare e rilanciare il Concilio Vaticano II: “Noi ci troviamo di fronte a una cosiddetta civiltà cristiana frantumata, diventata sterile per i più. Bisogna essere assoluti e pensare che il cristianesimo non è legge astratta ma è incarnazione della giustizia, della pace, della concordia tra gli uomini... Queste idee le ho vissute incarnate in America Latina. Avete mai pensato a quello che diceva il nostro compianto Balducci, che noi siamo la terra del tramonto e che dobbiamo valorizzare continenti come l'America Latina e l'Africa?... Non potremo mai sperare una primavera della fede se non partendo dal concetto dell'incarnazione. Non dimentichiamo mai che il primo teologo della liberazione è stato Gesù che non ci ha lasciato teorie ma pratiche concrete”.
Ha scritto della sua esperienza conciliare vissuta in Brasile: “Io credo nella teologia della liberazione perché questa vuole che la fede in Cristo sia la guida che attraverso la vita concreta il lavoro la convivenza si realizzi la giustizia e si scopra praticamente la terra tutta la terra è dono di Dio. Nonostante le grandi teologie l’Europa ha accolto e vive della dominazione del capitale. Conoscete quello che Gesù ha detto che il denaro è l’antitesi di Cristo e della sua verità? Tornando alla proibizione venuta da Roma di trasformare le comunità di base in comunità cristiane si torna alla teologia astratta, costruzione intelligente di grandi teorie che mai arriveranno a trasformare la nostra storia in storia del Regno di Dio. Sono convinto che la prima terra di applicazione delle intuizioni fondamentali del Concilio poteva essere l’America latina. Il Concilio di Medellin cui partecipò papa Paolo VI fu l’ultimo che annunziava un cristianesimo non teorico ma incarnato nel lavoro nella vita concreta degli uomini. Ripensando al concilio noi ci troviamo di fronte a una cosiddetta civiltà cristiana frantumata diventata sterile per i più”.
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