L'assedio della violenza spettacolarizzata è il bisogno di un esame di coscienza
di Luigi Alici
(tratto da Dialoghi n. 3 anno XIV)
Non avremmo mai immaginato un assedio più straziante e intollerabile di questo. La stampa, la televisione e ancora più la rete sono ammorbati, in questi mesi, da un orrendo odore di morte.
Il popolo dei social network, in particolare, al netto di paranoie maniacali da cui sembra invincibilmente attratto, intercetta e rilancia quasi ossessivamente foto e filmati raccapriccianti soprattutto legati a efferate esecuzioni sommarie da parte dei Jihadisti in Iraq.
La tecnologia ci consente di vedere quello che non avremmo mai immaginato: decapitazioni tra sghignazzi osceni, che nessuno accetterebbe mai di lasciar compiere su un animale; ragazze cristiane vendute come schiave, mamme urlanti e bambini yazidi disperati in marcia nel deserto, condannati a morire o a sopravvivere in quel mix di disperazione e di odio che è l'incubatore perfetto di violenze inimmaginabili.
Il popolo dei social network, in particolare, al netto di paranoie maniacali da cui sembra invincibilmente attratto, intercetta e rilancia quasi ossessivamente foto e filmati raccapriccianti soprattutto legati a efferate esecuzioni sommarie da parte dei Jihadisti in Iraq.
La tecnologia ci consente di vedere quello che non avremmo mai immaginato: decapitazioni tra sghignazzi osceni, che nessuno accetterebbe mai di lasciar compiere su un animale; ragazze cristiane vendute come schiave, mamme urlanti e bambini yazidi disperati in marcia nel deserto, condannati a morire o a sopravvivere in quel mix di disperazione e di odio che è l'incubatore perfetto di violenze inimmaginabili.
Il progresso è una medaglia: più aumenta il diametro, più crescono insieme, simultaneamente, le due facce opposte, positiva e negativa.
C'è qualcosa di inquietante in questa strana coabitazione di efficiente tecnologia e di cupa regressione nella barbarie. In molti casi, si ha la sensazione netta che la ferocia sia un ingrediente essenziale della spettacolarizzazione. Si può distruggere una vita con un gesto di crudeltà del tutto immotivata e gratuita, e questo è di per sé un atto gravissimo; lo si può fare, però, anche in modo calcolato e strumentale, perché quel sacrificio non sia "sprecato" ma serva ad un'astuta contabilità di morte, come l'ingrediente più efficace di un'aberrante logica (?) di potere. Questo - se possibile - è ancora peggio. I gironi infernali che sprofondano verso l'abisso del male sembrano non aver mai fine.
C'è qualcosa di inquietante in questa strana coabitazione di efficiente tecnologia e di cupa regressione nella barbarie. In molti casi, si ha la sensazione netta che la ferocia sia un ingrediente essenziale della spettacolarizzazione. Si può distruggere una vita con un gesto di crudeltà del tutto immotivata e gratuita, e questo è di per sé un atto gravissimo; lo si può fare, però, anche in modo calcolato e strumentale, perché quel sacrificio non sia "sprecato" ma serva ad un'astuta contabilità di morte, come l'ingrediente più efficace di un'aberrante logica (?) di potere. Questo - se possibile - è ancora peggio. I gironi infernali che sprofondano verso l'abisso del male sembrano non aver mai fine.