L'intervento di Cecile Kyenge alla Marcia della Giustizia e della Pace 2015
Anche quest'anno la Marcia della Giustizia e della Pace Recanati-Loreto ha fornito ai numerosi partecipanti interessanti spunti di riflessione e confronto su tematiche di grandi attualità, ispirate alle parole del papa nel
messaggio per la XLVIII giornata mondiale della pace.
Grazie alla cortesia del testimone presente in basilica a Loreto, al termine della marcia, Cecile Kyenge, già ministro per l'integrazione ed ora europarlamentare, pubblichiamo di seguito il testo dell'intervento che ha concluso l'evento.
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Cari amici e care amiche, vi ringrazio per avermi invitato qui oggi per partecipare a questa importante marcia dedicata al tema su cui il Santo Padre ci ha invitato a riflettere per aiutarci a costruire un futuro di pace: “Non più schiavi, ma fratelli”.
Siamo tutti chiamati a diventare obiettori di coscienza, obiettori contro la cultura dell’odio e della violenza, obiettori contro la deriva dell’etica, obiettori contro l’abbrutimento dell’essere umano...
il padrone ha diritti e privilegi, lo schiavo solo doveri e divieti;
il padrone ha potere, lo schiavo ne è stato derubato;
il padrone ha ricchezza, lo schiavo non possiede nemmeno se stesso;
Il padrone ha riconoscimento e identità, lo schiavo a volte è privato perfino della dignità e di un nome;
Ecco cos’è la schiavitù: una relazione asimmetrica
Dobbiamo imparare a parlare sempre di più di fratellanza
È una relazione senza possesso, di libertà e di affetto, una relazione di pace e non di violenza.