lunedì 21 ottobre 2013

Un atto d'amore sovrabbondante

La seconda riflessione per la formazione di adulti&giovani sul dipinto di Michelangelo

di Stefano D'Amico

Continua, con l'appuntamento di martedì 22 ottobre, il ciclo di incontri di formazione e spiritualità pensato dalla presidenza diocesana, in collaborazione con il gruppo della parrocchia di Santa Croce, per gli adulti e i giovani adulti della diocesi. Di seguito la seconda riflessione a partire dal mondo dell'arte del prof. Stefano D'Amico.

Nel libro del Genesi la creazione di Adamo è narrata due volte con evidenti differenze. Nel primo racconto (1,26 - Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza") è collocata al sesto giorno, all'apice dell'azione creativa di Dio.
Nel secondo racconto (2,7 - Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente) è posta invece all'inizio dell'opera quando ancora nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata. Nulla di strano!
L'autore biblico ha voluto tenere insieme la tradizione sacerdotale, più recente, e la tradizione jahvista, più antica, ritenendole entrambi ricche di significato. L’uomo creato per primo, attorno al quale poi Dio plasma il giardino dell’Eden, sembra dirci che solo la presenza dell’uomo può riempire il mondo di significato, mentre il racconto sacerdotale è più teologico e disegna il creato come una grande architettura piramidale che ha al suo apice l’uomo e, a suo compimento, il sabato. (continua a leggere!)

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