mercoledì 14 ottobre 2015

Un cammino di conversione ecclesiale

La chiesa diocesana in cammino.
di Luigi Taliani

All'inizio del nuovo anno pastorale si cominciano a delineare alcune linee che sosterranno il cammino della nostra Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.
La Chiesa particolare maceratese vuole essere contemporanea al tempo della salvezza che Dio ci ha dato di vivere senza fughe solitarie in avanti o nostalgici attardamenti nei ricordi del passato.
Ecco allora prevalere una particolare attenzione non tanto al territorio geografico 'reale' quanto a quello 'intimo' che coinvolge culture, atteggiamenti ed anche tradizioni da valorizzare e attualizzare.
La risposta che la Chiesa locale vuol dare è quella di rendere vive le risorse pastorali che sono presenti tramite il progetto delle Unità pastorali (cfr. Lettera a un giovane parroco di S.E. mons. Nazzareno Marconi).
Mentre in Europa stanno sorgendo nuovi muri che delimitano i vari paesi con il pericolo di far risorgere vecchi e nuovi nazionalismi la Chiesa vuole costruire ponti di fraternità che possano sostenere una comunione e solidarietà nel cammino di fede del popolo di Dio. Non scompariranno ovviamente
le singole parrocchie ma entreranno in sinergia d'intenti e di progettazione comunitaria.
Non avremmo sicuramente una pastorale di 'tecnici' come spesso avviene in politica nei momenti di emergenza e di crisi, quanto una comunità che condivide i carismi e le risorse che sono presenti nelle singole realtà parrocchiali.
Sia dai sacerdoti che dagli operatori pastorali è necessaria una 'conversione' ecclesiale che incida sulle mentalità e poi sulle strutture. In questo modo si tendono a valorizzare i doni e le caratteristiche dei sacerdoti e dei laici per metterle al servizio di tutti.
In uno stile sinodale è necessario partire da una visione di corresponsabilità e analizzare profondamente, vedere e vagliare i segni dei tempi e da qui giudicare e discernere la voce di Dio che parla nella nostra storia e di conseguenza elaborare insieme alcuni punti nodali per il cammino pastorale. Uno sguardo di profonda contemplazione ci deve fare individuare quale é l'ordine del giorno che il regno di Dio ci suggerisce per questa umanità a noi affidata che cerca vie di speranza e di salvezza.
Ciò potrà essere realizzato se alla base di questo percorso ci sarà un ascolto autentico e attivo della Parola di Dio che sarà capace di farci udire il Suo brusio nella nostra quotidianità. Quindi una Chiesa meno autoreferenziale che non vive solo all'ombra del suo campanile, ma che cammina a fianco dell'uomo di oggi come Cristo ha percorso la strada verso Emmaus con uno spirito di convivialità.
L'unica appartenenza al popolo di Dio e l'unica chiamata alla santità, come ci ricorda la Lumen gentium, ci fa essere compagni di viaggio nella integrazione della carità, della catechesi e della liturgia.
Non esperienze separate che vedo un 'uomo solo al comando' quanto una complementarietà indispensabile senza correre il rischio di vivere la chiesa in maniera frammentaria.
L'organicità è il DNA di una Chiesa che è viva e attrae con il suo splendore, nonostante i limiti del peccato, l'uomo e la donna di oggi assetati di esperienze vive e significative.

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