venerdì 14 febbraio 2014

"In voi posso confidare"

Le prime parole del beato Giovanni Paolo II all'A.C.
di Simone Baroncia

Karol Józef Wojtyła, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920. Era il secondo dei due figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del ‘Teatro Rapsodico’, anch’esso clandestino. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Paolo VI che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967. E’ stato eletto Papa il 16 ottobre 1978. In seguito alla causa di beatificazione, il 1º maggio 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore Benedetto XVI; il 30 settembre 2013 viene comunicato che verrà proclamato santo il 27 aprile 2014, insieme al predecessore Giovanni XXIII.
Uno delle prime udienze di papa Giovanni Paolo II è riservata all’Azione Cattolica, a pochi mesi dalla sua elezione, il 30 dicembre 1978: “Sorelle e fratelli carissimi! Una grande, paterna letizia pervade il mio cuore nel ricevervi oggi per la prima volta nell’atmosfera così suggestiva e toccante del Natale…
Desidero, innanzitutto, esprimervi il mio compiacimento per quello che voi rappresentate nella Chiesa italiana. Da più di cento anni, infatti, l’Azione Cattolica vive e lavora in questa diletta Nazione, nella quale la sua presenza si è rivelata valida fonte di formazione per tanti fedeli di ogni età e di ogni categoria, dai fanciulli agli adulti, dagli studenti ai lavoratori, dai maestri ai laureati; vivaio di vocazioni per la vita sacerdotale e religiosa; scuola di apostolato concreto e diretto nei vari luoghi di impegno e di lavoro. Quanti Vescovi e quanti sacerdoti provengono dalle fila dell’Azione Cattolica! Quante vocazioni religiose sono sgorgate dal seno dell’Azione Cattolica! E quanti papà e mamme sono stati, e sono tuttora, veri educatori e formatori della coscienza dei loro figli, grazie alla formazione ricevuta negli incontri di ‘Associazione’, e grazie all’apostolato esercitato con amore e con entusiasmo nella propria parrocchia e nella propria diocesi! In voi, dunque, io posso e devo soprattutto confidare… Io confido in voi, perché l’Azione Cattolica, per sua intima natura, ha particolari rapporti col Papa e quindi con i Vescovi e con i Sacerdoti: questa è la sua caratteristica essenziale. Ogni gruppo ‘ecclesiale’ è un modo e un mezzo per vivere più intensamente il Battesimo e la Cresima; ma l’Azione Cattolica deve farlo in modo tutto speciale, perché essa si pone quale aiuto diretto della Gerarchia, partecipando alle sue ansie apostoliche. Perciò io, come Vicario di Cristo, stringendo idealmente la mano ai seicentocinquantamila iscritti, dico a ciascuno: Coraggio! Sii forte e generoso! Io conto su di te! Fa’ onore a Cristo, alla Chiesa e al Papa!.
Per poter veramente impegnare il proprio tempo e le proprie capacità per la salvezza e la santificazione delle anime, prima e principale missione della Chiesa, bisogna possedere innanzitutto certezza e chiarezza circa le verità che si devono credere e praticare. Se si è insicuri, incerti, confusi, contraddittori, non si può costruire. Particolarmente oggi bisogna possedere una fede illuminata e convinta, per poter essere illuminanti e convincenti. Il fenomeno della ‘culturalizzazione’ di massa, esige una fede approfondita, chiara, sicura. Per questo motivo vi esorto a seguire con fedeltà l’insegnamento del Magistero… Non lasciatevi intimidire, o distrarre, o confondere da dottrine parziali o erronee, che poi lasciano delusi e svuotano ogni fervore di vita cristiana.
In secondo luogo, abbiate l’ansia della santità. Solo chi ha, può dare; e il militante dell’Azione Cattolica è tale proprio per dare, per amare, per illuminare, per salvare, per portare pace e gioia. L’Azione Cattolica deve puntare decisamente sulla santità. Ogni impegno, anche di tipo sociale e caritativo, non deve mai dimenticare che l’essenziale nel Cristianesimo è la Redenzione, e cioè che Cristo sia conosciuto, amato, seguito. L’impegno nella santità implica perciò austerità di vita, serio controllo dei propri gusti e delle proprie scelte, impegno costante nella preghiera, un atteggiamento di obbedienza e di docilità alle direttive della Chiesa, sia in campo dottrinale, morale e pedagogico sia in campo liturgico… Il mondo oggi ha bisogno di esempi, di edificazione, di prediche concrete e visibili. Questa deve essere la preoccupazione dell’Azione Cattolica!
Infine, sentite sempre più la gioia dell’amicizia! Gli uomini oggi hanno un particolare bisogno di sorriso, di bontà, di amicizia. Le grandi conquiste tecniche e sociali, la diffusione del benessere e della mentalità permissiva e consumistica non hanno portato la felicità. Le divisioni in campo politico, il pericolo e la realtà di nuove guerre, le continue sciagure, le malattie implacabili, la disoccupazione, il pericolo dell’inquinamento ecologico, l’odio e la violenza e i molteplici casi di disperazione, hanno creato purtroppo una situazione di continua tensione e di nevrosi. Che cosa deve fare l’Azione Cattolica? Portare il sorriso dell’amicizia e della bontà a tutti e dovunque… Un’ansia di amore deve sprigionarsi continuamente dal cuore dell’Azione Cattolica che davanti alla culla di Betlemme medita l’immenso mistero di Dio fattosi uomo proprio per amore dell’uomo…
E vi accompagni e vi aiuti la Benedizione Apostolica che di gran cuore imparto a voi, ai vostri Assistenti Ecclesiastici, ai vostri Dirigenti, a tutti gli aderenti all’Azione Cattolica e alle rispettive famiglie come pegno delle più elette grazie celesti”.

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